A cominciare dagli anni 90 fino al progetto del 2050: una squadra di robot umanoidi in grado di affrontare una squadra “umana”

Se non siete degli ingegneri al MIT di Boston o dei “geek” incalliti, molto probabilmente ne ignoravate l’esistenza, ma nei prossimi anni potrete sentirne parlare sempre di più. Stiamo parlando della Robo World Cup, una competizione internazionale di calcio dedicata esclusivamente ai robot. No, non è fantascienza, questo campionato esiste realmente e quest’anno è già arrivato alla 21esima edizione.

L’idea di una coppa del mondo riservata ai robot inizia a svilupparsi negli anni ’90 per realizzarsi concretamente nel 1997. L’ambizioso obiettivo è realizzare nel 2050 una squadra di robot umanoidi capace di sconfiggere la squadra di calcio (umana) vincitrice della Fifa World Cup. Una manifestazione di questo tipo può infatti far avanzare la ricerca di soluzioni hardware e software altamente sofisticate e quindi è in grado di accelerare lo sviluppo della robotica in generale. Per facilitare questo processo, il comitato organizzatore ha aggiunto via via negli anni nuove categorie e ha cambiato le regole per portare la competizione verso nuovi territori. “Il calcio è un ottimo obiettivo di ricerca, perché tutto lo conoscono e anche perché è un gioco molto complesso ed intelligente, anche per gli umani” ha dichiarato Itsuki Noda, l’attuale presidente della Robocup.

Ma come si svolge la cosiddetta Robocup? Su un piccolo campo che riproduce un vero campo di calcio due squadre di robot autonomi si sfidano attaccando e difendendo esattamente come nel calcio normale. Da notare che le intelligenze artificiali non ricevono alcun tipo di input dall’esterno ad eccezione di quelli provenienti dall’arbitro. I robot si rialzano da soli quando cadono (cosa che accade abbastanza spesso, a dir la verità) e soltanto ogni tanto è necessario l’intervento degli “allentatori” per rimetterli in posizione. Guardare una partita di Robocup può essere molto buffo e divertente, anche se al momento il gioco è abbastanza lento e macchinoso. Bisogna comunque considerare la quantità di calcoli e di informazioni che i software devono elaborare al secondo per decidere l’azione da intraprendere.

Come detto, negli anni sono state introdotte diverse categorie. Così ora sono presenti la Robocup Soccer, che comprende robot di forme e dimensioni differenti, la Robocup Humanoid League, che utilizza robot umanoidi di dimensione variabile tra 40 e 180 centimetri, la Robocup Standard Platform League, che è riservata al robot Nao, un robot programmabile open source realizzato dalla Softbank Robotics (questa è la categoria più conosciuta e più seguita). Infine le categorie Small e Middle Size sono riservate a robot su ruote.

Le regole sono abbastanza semplici, anche se variano leggermente in base alla categoria: i robot non devono superare il peso di 80 chilogrammi, ogni pezzo non deve superare i 63 centimetri di lunghezza, la palla deve avere un diametro minimo di 21 centimetri e la squadra di calcio deve essere composta da almeno due giocatori (di cui uno nel ruolo di portiere). Da quest’anno, grazie ai miglioramenti nelle intelligenze artificiali, la palla non deve essere più arancione, ma è una normale palla da calcio. I partecipanti sono principalmente i team provenienti dai dipartimenti di ricerca delle Università, provenienti da tutto il mondo. L’ultima edizione, quella del 2017, si è svolta a Nagoya, ancora una volta in Giappone, paese ospitante di molte edizioni compresa la prima.

Per il momento si tratta di una manifestazione di nicchia, che ha un pubblico non paragonabile a quello delle grandi manifestazioni sportive internazionali come i campionati del mondo di calcio. Ma i sostenitori non mancano e stanno aumentando di anno in anno, parallelamente con gli avanzamenti nella qualità del gioco espresso dai robot. D’altronde in molti giochi tradizionali lo sviluppo tecnologico ha cambiato completamente le preferenze del pubblico: è il caso ad esempio del poker, che negli ultimi anni è letteralmente esploso nella sua forma tecnologica, facendo quasi del tutto dimenticare quello al tavolo. La tecnologia è quindi in grado di “cambiare le carte in tavola”, portando a nuovi ed inediti scenari in molti settori. Un altro esempio viene dal gioco degli scacchi, la cui versione computerizzata è diventata molto popolare e già in passato sono state fatte delle sfide tra giocatori professionisti (umani) e l’intelligenza artificiale di un computer. Se queste sono le premesse, è lecito aspettarsi un cambiamento simile anche per quanto riguarda uno sport di massa come il calcio.

Nel 2050 assisteremo dunque ad una partita di robot umanoidi contro giocatori umani? Se gli obiettivi della Robocup saranno raggiunti, probabilmente la tecnologia sarĂ  avanzata al punto da poter realizzare una sfida simile. Non ci resta che aspettare e…. essere pronti a tifare per gli umani.


Cassano: “Cairo mi ha telefonato. Belotti 100 milioni? Allora Suarez ne vale 500”

Belotti, la grande speranza del Toro